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As a soloist and chamber musician, but also as an arranger and lecturer, Pfeffer brings his music to national and international stages. You can find the next concert dates here.
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06/2025
Il flauto magico
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791): Il flauto magico per tre clarinetti e voce recitante
Fabio Di Casola, Nicolai Pfeffer e Stephan Siegenthaler formano l’ensemble «Clarinettissimo». Questa formazione può variare dal duo fino a un numero quasi illimitato di esecutori – purché tutti suonino il clarinetto!
Di norma l’ensemble si esibisce come trio, anche perché per questa formazione esiste un vasto repertorio. A partire da Wolfgang Amadé Mozart, che nel 1778 si innamorò letteralmente del clarinetto. All’epoca scrisse al padre da Mannheim, dove sentì per la prima volta questo strumento: «Ah, se solo avessimo anche noi dei clarinetti!» – e da allora compose alcuni dei suoi brani più belli proprio per il clarinetto o attorno ad esso. Tra questi i trii per corni di bassetto, autentici gioielli musicali di portata universale, ma anche, naturalmente, il suo immortale Concerto per clarinetto e la Gran Partita per 12 strumenti a fiato e contrabbasso, che prevede – oltre a due clarinetti – anche due corni di bassetto.
Il corno di bassetto, però, non ha molto in comune con il più noto corno, se non il fatto di essere anch’esso uno strumento a fiato e di possedere una campana a forma di imbuto. Si tratta, infatti, di un clarinetto – più grave rispetto al clarinetto normalmente usato – che nella famiglia dei clarinetti ricopre la parte dell’alto. Grazie alla grande estensione del clarinetto, e con l’aggiunta nel corno di bassetto di un’ulteriore terza sotto nella parte grave, quest’ultimo può spaziare dal registro tenorile fino a quello basso.
Ecco quindi un trio completo, formato “solo” da clarinetti, ma capace di coprire tutte le estensioni – Clarinettissimo, appunto!
Un trio così può persino interpretare un’intera opera, anche perché si è sempre detto che il clarinetto sia l’incarnazione strumentale della voce umana…
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791): Il flauto magico per tre clarinetti e voce recitante
Fabio Di Casola, Nicolai Pfeffer e Stephan Siegenthaler formano l’ensemble «Clarinettissimo». Questa formazione può variare dal duo fino a un numero quasi illimitato di esecutori – purché tutti suonino il clarinetto!
Di norma l’ensemble si esibisce come trio, anche perché per questa formazione esiste un vasto repertorio. A partire da Wolfgang Amadé Mozart, che nel 1778 si innamorò letteralmente del clarinetto. All’epoca scrisse al padre da Mannheim, dove sentì per la prima volta questo strumento: «Ah, se solo avessimo anche noi dei clarinetti!» – e da allora compose alcuni dei suoi brani più belli proprio per il clarinetto o attorno ad esso. Tra questi i trii per corni di bassetto, autentici gioielli musicali di portata universale, ma anche, naturalmente, il suo immortale Concerto per clarinetto e la Gran Partita per 12 strumenti a fiato e contrabbasso, che prevede – oltre a due clarinetti – anche due corni di bassetto.
Il corno di bassetto, però, non ha molto in comune con il più noto corno, se non il fatto di essere anch’esso uno strumento a fiato e di possedere una campana a forma di imbuto. Si tratta, infatti, di un clarinetto – più grave rispetto al clarinetto normalmente usato – che nella famiglia dei clarinetti ricopre la parte dell’alto. Grazie alla grande estensione del clarinetto, e con l’aggiunta nel corno di bassetto di un’ulteriore terza sotto nella parte grave, quest’ultimo può spaziare dal registro tenorile fino a quello basso.
Ecco quindi un trio completo, formato “solo” da clarinetti, ma capace di coprire tutte le estensioni – Clarinettissimo, appunto!
Un trio così può persino interpretare un’intera opera, anche perché si è sempre detto che il clarinetto sia l’incarnazione strumentale della voce umana…
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791): Il flauto magico per tre clarinetti e voce recitante
Fabio Di Casola, Nicolai Pfeffer e Stephan Siegenthaler formano l’ensemble «Clarinettissimo». Questa formazione può variare dal duo fino a un numero quasi illimitato di esecutori – purché tutti suonino il clarinetto!
Di norma l’ensemble si esibisce come trio, anche perché per questa formazione esiste un vasto repertorio. A partire da Wolfgang Amadé Mozart, che nel 1778 si innamorò letteralmente del clarinetto. All’epoca scrisse al padre da Mannheim, dove sentì per la prima volta questo strumento: «Ah, se solo avessimo anche noi dei clarinetti!» – e da allora compose alcuni dei suoi brani più belli proprio per il clarinetto o attorno ad esso. Tra questi i trii per corni di bassetto, autentici gioielli musicali di portata universale, ma anche, naturalmente, il suo immortale Concerto per clarinetto e la Gran Partita per 12 strumenti a fiato e contrabbasso, che prevede – oltre a due clarinetti – anche due corni di bassetto.
Il corno di bassetto, però, non ha molto in comune con il più noto corno, se non il fatto di essere anch’esso uno strumento a fiato e di possedere una campana a forma di imbuto. Si tratta, infatti, di un clarinetto – più grave rispetto al clarinetto normalmente usato – che nella famiglia dei clarinetti ricopre la parte dell’alto. Grazie alla grande estensione del clarinetto, e con l’aggiunta nel corno di bassetto di un’ulteriore terza sotto nella parte grave, quest’ultimo può spaziare dal registro tenorile fino a quello basso.
Ecco quindi un trio completo, formato “solo” da clarinetti, ma capace di coprire tutte le estensioni – Clarinettissimo, appunto!
Un trio così può persino interpretare un’intera opera, anche perché si è sempre detto che il clarinetto sia l’incarnazione strumentale della voce umana…
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791): Concerto per clarinetto
Composto nell’autunno del 1791, poche settimane prima della sua morte, il Concerto per clarinetto in La maggiore K. 622 rappresenta una delle vette assolute della produzione concertistica di Wolfgang Amadeus Mozart – e un atto d’amore nei confronti di uno strumento che egli aveva imparato ad amare profondamente. Destinato all’amico e virtuoso Anton Stadler, pioniere del clarinetto e del più raro corno di bassetto, il concerto esprime una tenerezza e una luminosità che sembrano sospese fuori dal tempo. La scrittura mozartiana esplora tutte le possibilità espressive dello strumento: dalla cantabilità quasi vocale del movimento lento, a momenti di gioiosa brillantezza e danza, fino a passaggi di dolce malinconia. Non è un caso che questo concerto sia considerato non solo una pietra miliare del repertorio per clarinetto, ma anche una delle più alte manifestazioni della poetica mozartiana. Chi lo ascolta viene inevitabilmente toccato dalla sua purezza formale, dalla trasparenza del linguaggio e dalla profondità emotiva che si sprigiona nota dopo nota.
Un’occasione unica per riscoprire l’anima del clarinetto – quella voce calda, profonda e umana che Mozart ha saputo esprimere come nessun altro.